Siamo esseri sociali. Lo diceva già Aristotele, più di duemila anni fa, e, a modo loro, l’hanno ripetuto tutte le più grandi personalità della storia. Siamo esseri a cui piace stare in compagnia, soprattutto se di qualcuno che ci affascina e che magari ci colpisce anche per il suo aspetto esteriore.
Eppure, nel 2022, l’idea di approcciarci a qualcuno che non conosciamo è ancora vista come un tabù. “E se sembrassi fuori luogo?”, “E se facessi brutta figura?”: sono solo alcune delle domande che ci facciamo quando siamo in procinto di avvicinarci a qualcuno di nuovo.
Se anche questo è il tuo caso, beh, non preoccuparti: oggi voglio spiegarti come approcciare con eleganza e senza sembrare fuori luogo.
In un altro articolo, ti ho parlato di come costruirti una cultura generale: ti consigliavo allora di cominciare a conoscere persone nuove, persone che condividessero i tuoi stessi interessi e la tua stessa voglia di crescita personale.
Ora, voglio farti una semplice domanda: come puoi conoscere qualcuno di nuovo, e uscire dalla tua comfort zone, se non fai mai il primo passo? Conoscere nuove persone è quindi fondamentale anche per coltivare noi stessi e la nostra visione del mondo.
Ma è anche una cosa piacevole: incontrare qualcuno di cui non sappiamo nulla, chiacchierarci delle nostre vite, magari sorseggiando un bel bicchiere di vino… Insomma, uno dei piaceri più innocenti e profondi della nostra vita.
Togliamoci dunque dalla mente questo tabù: voler conoscere persone nuove non è una cosa di cui vergognarsi. Anzi: è sintomo di curiosità verso il mondo e verso gli altri esseri umani. In parole povere: è un merito di cui andare fieri.

Approcciare con eleganza: perché ci sentiamo invadenti?
Ogni volta che sentiamo il desiderio di avvicinarci a qualcuno che non conosciamo, la prima emozione che proviamo è la vergogna. Ci viene da pensare a centinaia di situazioni limite in cui potremmo trovarci se facessimo la prima mossa:
- E se facessi brutta figura?
- Se non volesse conoscermi?
- Ancora, che impressione darei se mi avvicinassi e cominciassi a parlare?
Tutti questi pensieri, a conti fatti, hanno il solo effetto di paralizzarci emotivamente. Inoltre, tutti questi pensieri derivano dallo stesso pregiudizio:
- L’idea che agli altri non possa far piacere parlare con noi.
- Ancora: l’idea che gli altri non siano esseri umani con i nostri stessi bisogni e desideri.
Sto cercando di dirti una cosa molto semplice: quando vuoi conoscere qualcuno, magari in un bel locale, non pensare subito che quella persona non abbia voglia di fare conoscenza.
Si tratta di un pregiudizio nato dalla poca stima verso sé stessi. La verità è che tutti gli esseri umani sono curiosi e hanno voglia di socializzare.
Questo è il primo pregiudizio che dobbiamo dunque toglierci dalla mente. Gli altri non sono delle isole, ma, proprio come noi, hanno voglia di incontrare nuove persone e di ampliare la propria visione del mondo.
Naturalmente, affinché ciò sia possibile, è necessario che impariamo a comportarci nel migliore dei modi: cioè ad approcciarci con eleganza e con rispetto dell’altro.
Un piccolo esempio.
Voglio farti un piccolo esempio:
- Magari sei in un locale, e hai visto una persona che ti interessa. Ci sono stati degli sguardi, anche piuttosto profondi, ma non riesci a convincerti a fare la prima mossa.
Perché? Ovvio: non sai se l’altra persona possa ricambiare il tuo interesse, eccetera eccetera. Bene, lascia che te lo dica: stai guardando la situazione da una prospettiva completamente sbagliata.
Anche se l’altra persona ti affascina o ti colpisce per il suo aspetto, non dimenticarti mai che è una persona in carne e ossa: puoi conoscerla anche senza dover flirtare, o, almeno, puoi conoscerla e capire se ti interessa prima di invitarla fuori per cena.
Alle persone piace questo atteggiamento maturo: l’atteggiamento di chi negli altri non vede solo delle occasioni, ma delle personalità complesse con dei sogni propri e delle storie vissute. Te ne ho già parlato nell’articolo su come essere un leader: se vuoi riuscire ad approcciare con gli altri senza sembrare fuori luogo, devi mostrare una forte maturità emotiva e psicologica.
La maturità nell’approccio si riduce essenzialmente a questo:
- Rapportati all’altro per conoscerlo come persona, e non solo come potenziale partner.
In questo modo, l’altra persona sarà più propensa a parlare con te. Interessati quindi alla sua vita, alla sua storia personale, e, con curiosità e discrezione, domanda tutto quello che ti passa per la mente.
Lascia che sia l’altra persona a parlare di sé; tu ti sei avvicinato perché sei curioso, e non perché sei un egocentrico.

Approcciare con eleganza: e se rifiuta?
Passiamo gran parte delle nostre vite a domandarsi cosa si possa e non si possa fare. Poi, d’un tratto, ci rendiamo conto di quante occasioni abbiamo sprecato. “Ma se quella volta…”. “E se quel giorno invece di fare avessi fatto…”.
L’unico modo per smettere di rimuginare e per cominciare a vivere è questo: agire. Ovviamente, agendo possono anche capitare degli inconvenienti. Può capitare che qualcuno ci dica: “Guarda, non ho voglia di parlare”.
Sentendo questa frase, potremmo sentirci paralizzati e sommersi dalla vergogna. Niente di più sbagliato.
- Noi siamo andati a parlare con una persona per curiosità e per ampliare il nostro orizzonte personale. Quella persona ci fa presente che non ha voglia di parlare. Bene, noi lo accettiamo con maturità, porgiamo con eleganza le nostre scuse (solo una frase, niente di epocale!) e ci allontaniamo senza alcuna vergogna.
In questo modo, pur non volendo, possiamo far colpo su quella determinata persona. Ciò perché stiamo mostrando una maturità emotiva fuori dal comune.
“Ehi, scusami! Invece due chiacchiere mi fanno piacere”.
Sapessi quante volte, dopo essermi allontanato, ho sentito pronunciare proprio queste parole.
Dunque riassumiamo:
- Dobbiamo toglierci dalla testa il pregiudizio n.1: anche gli altri hanno voglia di fare nuove conoscenze.
- Non c’è nulla di sbagliato nell’approcciarsi a qualcuno.
- Non bisogna vergognarsi se l’altra persona non ricambia il nostro interesse.
Sono i tre semplici punti che vanno sempre tenuti a mente se ci si vuole approcciare con eleganza e senza sentirsi fuori luogo.
egocentrismo vs curiosità.
Mettiamo caso che tu ti sia avvicinato alla persona che ti interessa. Hai pronunciato le prime frasi di circostanza; poi ti sei trovato immobile, in piedi, e con le mani in mano.
“E adesso, che cosa devo fare?”.
Niente di straordinario: nessun volo pindarico e nessun tentativo di stupire l’altra persona ad ogni costo. Ricordatelo: non c’è nulla di strano nell’approcciarsi a qualcuno di nuovo. Quindi non comportarti come se avessi bisogno di trovare una scusa, una giustificazione, per rimanere lì a fare due chiacchiere.
Sii semplicemente te stesso: dì all’altra persona che l’hai vista, che ti è sembrata interessante, e che avevi voglia di fare due chiacchiere e di saperne di più sulla sua vita.
Lavora? Se sì, dove lavora? Studia? Di cosa si occupa? Cosa le piace? Quali sono i suoi sogni per il futuro?
Concentrati sulla vita dell’altra persona: inconsciamente, a tutti piace parlare di sé stessi e delle proprie ambizioni. Quando viene il tuo turno, sii il più conciso possibile e non cercare di incensarti ad ogni costo. Te lo ripeto, non sei lì per vendere un prodotto, ma per rapportarti maturamente con una persona che hai voglia di conoscere.

Ma cosa significa approcciare con eleganza?
“Ok, fin qui è tutto chiaro. Bisogna approcciare con maturità e con eleganza. Ma cosa significa essere eleganti?
L’eleganza, non mi stancherò mai di dirtelo, non riguarda solamente il modo in cui ci vestiamo: ma soprattutto il modo in cui siamo e in cui ci comportiamo. In una situazione del genere, l’eleganza è la capacità di non far sentire l’altro disagio, di comportarsi con naturalezza ma anche con classe e con il giusto riserbo.
Va bene domandare ed interessarsi, ma fino a che punto?
Va bene fare due chiacchiere, ma sta a noi renderci conto se l’altra persona è alla fine interessata oppure no. Se è interessata, ben venga, magari possiamo offrirle da bere. Se non è interessata, dietrofront, senza insistere e senza alcuna vergogna.
Se le persone sono così diffidenti nei confronti degli sconosciuti, è, perché, in passato chissà quanti approcci maleducati hanno dovuto ricevere.
Così, ogni volta che i miei amici mi chiedono: “Ma come fai a parlare con tanta naturalezza con gli sconosciuti? Sai, è davvero straordinario”, io rispondo, scherzosamente: “Non è affatto straordinario: è una cosa normale! Proprio perché è una cosa normale, mi viene naturale farlo”.
Ricordatelo sempre: quando ti avvicini a qualcuno, quel qualcuno non ti sta facendo un favore. Se è una persona matura, lo capirà e avrà voglia di fare due chiacchiere; se non lo è, tanto meglio, non avrai buttato del tempo prezioso.